|
I Luoghi di Classicariano |
Adagiata tra le verdi colline
dell’entroterra campano, ai limiti dei confini pugliesi,
si erge imponente la città di Ariano Irpino, antico
luogo abitato sin dall’era preistorica. Importante
crocevia in epoca romana; protagonista della storia per
tutto il medioevo. Libero comune da sempre, oggi mostra
la sua millenaria storia a quanti, lontani dai classici
itinerari turistici, vogliono scoprire bellezze inedite
ma non per questo meno interessanti: ecco imbatterci
nella storia dei mille comuni italiani che da sempre
rende unica la nostra penisola. |
Palazzo Forte
Museo Civico della Ceramica
Ariano tra le sue
tante bellezze, sia storiche che paesaggistiche, mostra
con orgoglio il più apprezzato museo della ceramica
d’Italia. Certo, uno dei tanti luoghi in cui cogliere le
radici del Made in Italy, ma anche un luogo in cui
l’argilla cerca di plasmare future sfide dopo aver
plasmato la nostra storia. Un museo che, nonostante di
giovane realizzazione, mostra già la sua piena maturità
nel saper cogliere le migliori opportunità dei giorni
nostri.
Istituito nel
1991 ha sede nel Palazzo Forte, torre di origine
medievale trasformata in dimora gentilizia nel XVII sec.
Nelle sale dell’antico palazzo fa bella mostra di sé la
prestigiosa collezione di maioliche arianesi prodotte
tra il l’VIII e il XX sec. Tra i reperti più antichi
troviamo la medievale ceramica Italo-Araba che, per
geometrie e colori, caratterizza la prima produzione
fittile arianese, influenzata, molto probabilmente,
dalla presenza normanna sui nostri territori e tra i
primi ad ereditare e promuovere la tradizione araba. Una
precoce discendenza del cosiddetto compendiario faentino,
caratterizza la maiolica arianese nel periodo
rinascimentale, realizzando oggetti dal vellutato smalto
bianco e dalle morbide pennellate in azzurro. Elegante,
sia nei temi suggeriti quanto per mano artistica, è la
produzione seicentesca. Vivace ed ingegnosa, con
caratteristiche proprie, si afferma e si diffonde tra il
700 e l’800. Colori e forme segnano in questo periodo
l’unicità dell’arte ceramica arianese. Piatti, targhe
votive, saliere, fiasche a segreto, forme zoomorfe ed
antropomorfe, tutto con uno stile così contemporaneo,
capace di far svegliare ed interessare la critica di
settore, ed inoltre, ottenendo nel 2004, tra le poche
città in Italia, il riconoscimento del marchio DOC di
“Città di affermata tradizione ceramica”. |
La Cattedrale
La Cattedrale di
Ariano Irpino, dedicata alla Vergine Assunta, prende
forma nei secoli sul sito dell’antico Tempio pagano del
Dio Apollo. Edificio dalle origini altomedievali,
presenta attualmente caratteristiche diverse, segno di
una continua stratificazione storico-architettonica che
ne ha delineato e spesso compromesso, per i frequenti
terremoti, l’originario aspetto, pur conservando
elementi strutturali di chiara lettura primitiva: pianta
longitudinale a croce latina. Chiesa Madre della guelfa
Ariano, viene completamente distrutta nel 1255, insieme
all’intera città, dalle truppe dello scomunicato
Manfredi di Svevia. Ricostruita verso la fine del
duecento per volere di Carlo I d’Angiò, lo stesso che
fece dono agli arianesi di due Sacre Spine della corona
di Cristo, resistette imponente sino al devastante
terremoto del 1456 che la rase nuovamente al suolo.
Alla ricostruzione successiva a questa data si deve
l’attuale facciata. Iniziata dal I Luoghi di
Classicariano Vescovo Orso de Leone, e terminata ad
inizio cinquecento dal Cardinale Diomede Carafa figlio
dei duchi di Ariano, si mostra, tutta in pietra verde di
Roseto, come unico esempio in terra irpina di romanico
pugliese, pur non tralasciando elementi, come i tre
portali architravati alternati a lesene e l’alta
trabeazione, di chiaro gusto rinascimentale. L’elegante
rosone centrale goticheggiante, di sicura fattura
anteriore, e gli altri due laterali insieme alle statue
dei Patroni, poggiano su una grande scala a doppia rampa
di metà ottocento, e alimentano l’unicità di questa
maestosa facciata, oggi dichiarata monumento nazionale.
L’interno, a tre
navate con cappelle laterali e transetto rialzato, è il
frutto della ricostruzione, per opera del Vescovo
Tipaldi, avvenuta dopo il terremoto del 1732. Un
elegante barocco fa da scenografia alle numerose
testimonianze artistiche presenti al suo interno; tra le
più antiche ricordiamo il fonte battesimale del 1070.
Lungo le navate laterali ammiriamo il rinascimentale
Battistero in pietra verde di Roseto del 1585 ,
anticamente utilizzato come altare del Santo Patrono, ed
il seicentesco pulpito in marmo bianco, dono del Vescovo
Ridolfi. Lungo la volta a botte della navata centrale, e
sulle pareti absidali, sono collocati dipinti
settecenteschi di Saverio Persico. Nell’area
presbiteriale la grande cattedra vescovile in stile
catalano del 1563, proveniente dalla Collegiata di San
Michele Arcangelo, anticipa l’entrata al monumentale
coro ligneo, opera di metà seicento del francescano
Tommaso da Vasto, collocato all’interno dell’aula
absidale. Nella parte destra del transetto la cappella
con la statua marmorea del 1618 del Santo Patrono
Ottone; nello stesso ambiente si conserva il sepolcro
cinquecentesco del Cardinale Carafa.
Nel transetto,
altre cappelle, dei compatroni San Liberatore e Sant’
Elziario, confermano la millenaria devozione degli
arianesi. Negli ambienti attigui si conserva il tesoro
della Cattedrale con opere artistiche di importante
rilevanza.
Il calice
trecentesco, secondo la tradizione appartenuto a Sant’Elziario,
l’ostensorio del 1452 dell’ascolano Pietro Vannini,
insieme al busto seicentesco in argento di Sant’Ottone,
rappresentano un tassello importante per una chiara
lettura storica-artistica della Chiesa arianese. |
A cura di Marco Ciano e Ireneo
Vinciguerra |
|