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Classicariano 2008 - HOME

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Programma dei concerti
2 Agosto
• 9 Novembre

 

I Luoghi di
Classicariano

Sabato
2 agosto 2008

Basilica Cattedrale
Orchestra Sinfonica di Stato dell’Azerbaijan

Domenica
3 agosto 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Antonio Soria e I Fiati Italiani

Mercoledì
6 agosto 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Frank Wasser

Domenica
10 agosto 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Omaggio a David Oistrakh

Lunedì
18 agosto 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Note per il Malawi

Mercoledì
27 agosto 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Enrique Batiz

Domenica
14 settembre 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Gernot Winischhofer
Anna Ferrer

Giovedì
2 ottobre 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Sangwook Park
Wonjeong Kim

Domenica
2 novembre 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
I Concerti per due clavicembali ed orchestra di Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Domenica
9 novembre 2008

Museo Civico (Palazzo Forte)
Salieri e Mozart

I musicisti di Classicariano
2005 / 2008

 

 

 

I Luoghi di Classicariano

Adagiata tra le verdi colline dell’entroterra campano, ai limiti dei confini pugliesi, si erge imponente la città di Ariano Irpino, antico luogo abitato sin dall’era preistorica. Importante crocevia in epoca romana; protagonista della storia per tutto il medioevo. Libero comune da sempre, oggi mostra la sua millenaria storia a quanti, lontani dai classici itinerari turistici, vogliono scoprire bellezze inedite ma non per questo meno interessanti: ecco imbatterci nella storia dei mille comuni italiani che da sempre rende unica la nostra penisola.

Palazzo Forte
Museo Civico della Ceramica

Ariano tra le sue tante bellezze, sia storiche che paesaggistiche, mostra con orgoglio il più apprezzato museo della ceramica d’Italia. Certo, uno dei tanti luoghi in cui cogliere le radici del Made in Italy, ma anche un luogo in cui l’argilla cerca di plasmare future sfide dopo aver plasmato la nostra storia. Un museo che, nonostante di giovane realizzazione, mostra già la sua piena maturità nel saper cogliere le migliori opportunità dei giorni nostri.

 

Museo Civico della Ceramica (Palazzo Forte)

 

Istituito nel 1991 ha sede nel Palazzo Forte, torre di origine medievale trasformata in dimora gentilizia nel XVII sec. Nelle sale dell’antico palazzo fa bella mostra di sé la prestigiosa collezione di maioliche arianesi prodotte tra il l’VIII e il XX sec. Tra i reperti più antichi troviamo la medievale ceramica Italo-Araba che, per geometrie e colori, caratterizza la prima produzione fittile arianese, influenzata, molto probabilmente, dalla presenza normanna sui nostri territori e tra i primi ad ereditare e promuovere la tradizione araba. Una precoce discendenza del cosiddetto compendiario faentino, caratterizza la maiolica arianese nel periodo rinascimentale, realizzando oggetti dal vellutato smalto bianco e dalle morbide pennellate in azzurro. Elegante, sia nei temi suggeriti quanto per mano artistica, è la produzione seicentesca. Vivace ed ingegnosa, con caratteristiche proprie, si afferma e si diffonde tra il 700 e l’800. Colori e forme segnano in questo periodo l’unicità dell’arte ceramica arianese. Piatti, targhe votive, saliere, fiasche a segreto, forme zoomorfe ed antropomorfe, tutto con uno stile così contemporaneo, capace di far svegliare ed interessare la critica di settore, ed inoltre, ottenendo nel 2004, tra le poche città in Italia, il riconoscimento del marchio DOC di  “Città di affermata tradizione ceramica”.

 

 

La Cattedrale

La Cattedrale di Ariano Irpino, dedicata alla Vergine Assunta, prende forma nei secoli sul sito dell’antico Tempio pagano del Dio Apollo. Edificio dalle origini altomedievali, presenta attualmente caratteristiche diverse, segno di una continua stratificazione storico-architettonica che ne ha delineato e spesso compromesso, per i frequenti terremoti, l’originario aspetto, pur conservando elementi strutturali di chiara lettura primitiva: pianta longitudinale a croce latina. Chiesa Madre della guelfa Ariano, viene completamente distrutta nel 1255, insieme all’intera città, dalle truppe dello scomunicato Manfredi di Svevia. Ricostruita verso la fine del duecento per volere di Carlo I d’Angiò, lo stesso che fece dono agli arianesi di due Sacre Spine della corona di Cristo, resistette imponente sino al devastante terremoto del 1456 che la rase nuovamente al suolo.
Alla ricostruzione successiva a questa data si deve l’attuale facciata. Iniziata dal I Luoghi di Classicariano Vescovo Orso de Leone, e terminata ad inizio cinquecento dal Cardinale Diomede Carafa figlio dei duchi di Ariano, si mostra, tutta in pietra verde di Roseto, come unico esempio in terra irpina di romanico pugliese, pur non tralasciando elementi, come i tre portali architravati alternati a lesene e l’alta trabeazione, di chiaro gusto rinascimentale. L’elegante rosone centrale goticheggiante, di sicura fattura anteriore, e gli altri due laterali insieme alle statue dei Patroni, poggiano su una grande scala a doppia rampa di metà ottocento, e alimentano l’unicità di questa maestosa facciata, oggi dichiarata monumento nazionale.

 

Cattedrale

 

L’interno, a tre navate con cappelle laterali e transetto rialzato, è il frutto della ricostruzione, per opera del Vescovo Tipaldi, avvenuta dopo il terremoto del 1732. Un elegante barocco fa da scenografia alle numerose testimonianze artistiche presenti al suo interno; tra le più antiche ricordiamo il fonte battesimale del 1070. Lungo le navate laterali ammiriamo il rinascimentale Battistero in pietra verde di Roseto del 1585 , anticamente utilizzato come altare del Santo Patrono, ed il seicentesco pulpito in marmo bianco, dono del Vescovo Ridolfi. Lungo la volta a botte della navata centrale, e sulle pareti absidali, sono collocati dipinti settecenteschi di Saverio Persico. Nell’area presbiteriale la grande cattedra vescovile in stile catalano del 1563, proveniente dalla Collegiata di San Michele Arcangelo, anticipa l’entrata al monumentale coro ligneo, opera di metà seicento del francescano Tommaso da Vasto, collocato all’interno dell’aula absidale. Nella parte destra del transetto la cappella con la statua marmorea del 1618 del Santo Patrono Ottone; nello stesso ambiente si conserva il sepolcro cinquecentesco del Cardinale Carafa.

Nel transetto, altre cappelle, dei compatroni San Liberatore e Sant’ Elziario, confermano la millenaria devozione degli arianesi. Negli ambienti attigui si conserva il tesoro della Cattedrale con opere artistiche di importante rilevanza.

Il calice trecentesco, secondo la tradizione appartenuto a Sant’Elziario, l’ostensorio del 1452 dell’ascolano Pietro Vannini, insieme al busto seicentesco in argento di Sant’Ottone, rappresentano un tassello importante per una chiara lettura storica-artistica della Chiesa arianese.

A cura di Marco Ciano e Ireneo Vinciguerra