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Museo Civico – Palazzo
Forte
Domenica 10 agosto - ore 21,00 |
Omaggio a David Oistrakh Valery Oistrakh, violino Marco Schiavo, pianoforte |
Programma: |
Arcangelo Corelli (1653-1713)
Sonata in mi minore |
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sonata n.9 in La maggiore op.47
“Kreutzer”
Adagio sostenuto. Presto
Andante con variazioni
Finale. Presto |
Tommaso Vitali (1663-1745)
Ciaccona per violino e pianoforte
(rev. di O.Respighi) |
Eugène Ysa˙e (1858-1931)
Variazioni su un tema di Paganini |
Valery Oistrakh (Russia)
Prosegue la tradizione familiare, giunta con lui alla
terza generazione di grandi violinisti.
I suoi concerti lo hanno portato dall’Unione Sovietica
all’America, Canada, Australia, Inghilterra, Francia,
Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Austria, Giappone e
altri paesi.
Si esibisce sia come violino che come viola solista con
le più importanti orchestre del mondo.
Valery Oistrakh ha studiato alla famosa Central Music
School di Mosca, ma alla sua educazione hanno
profondamente contribuito anche gli insegnamenti del
nonno, David Oistrakh. Negli anni successivi ha
frequentato la Gnessin Academy of Music di Mosca, sua
città natale e ha completato poi la sua formazione
musicale con il famoso professore Zakhar Bron, allievo
del padre di Valery, Igor Oistrakh, al Conservatorio di
Mosca.
La sua conoscenza e abilità nel repertorio violinistico,
il suo tono estasiante, che spesso ricorda
l’indimenticabile David, hanno incontrato un ottimo
apprezzamento da parte di critica e pubblico.
Valery Oistrakh è un perfetto musicista da camera. La
sua competenza non manca mai di arricchire le
performance di famosi ensemble internazionali, ne sono
un esempio le sue esecuzioni con eccezionali interpreti
come Yehudi Menuhin, Jörg Demus o l’eccellente Amadeus
String Quartet.
Nonostante sia estremamente impegnato con i concerti,
Valery Oistrakh è professore al Royal Conservatory di
Bruxelles e all’International Summer Academy of Belgium.
Tiene annualmente seminari in Germania, Austria, Italia,
Turchia e Giappone. Inoltre, dal 1999 è Visiting
Professor presso il Mozarteum di Salisburgo.
Ha vinto importanti concorsi internazionali e ha
lavorato con le più importanti orchestre al mondo, come
le orchestre filarmoniche di Berlino, Londra, Mosca e S.
Pietroburgo, la National Scottish Orchestra, l’Orchestra
di Santa Cecilia di Roma, Gewandhaus Orchestra di
Lipsia, la Toronto and Vancouver Symphony Orchestra, e
recentemente la Sydney Symphony Orchestra, sotto la
direzione di prestigiosi maestri come Kurt Masur, Tibor
Varga, Gennady Rozdestvensky, Muhai Tang, Gyorgy Lehel,
Saulius Sondetzkis e Vladimir Fedoseev. Valery Oistrakh
è mentor e solista dell’Oistrakh Philharmonic Orchestra
di Bruxelles.
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David Fedorovič Oistrakh (1908 - 1974)
Cento anni fa nasceva David Fedorovic Oistrakh,
uno dei
più grandi interpreti e violinisti del ‘900, che ha
profondamente influenzato la tecnica dello strumento per
la sua maestria, la sua sconcertante naturalezza, il suo
inarrivabile virtuosismo. Il suo ampio repertorio
spaziava da Bach ai contemporanei Dmitri Shostakovich e
Adam Khachaturian, che gli dedicarono loro opere. Suonò
con le più importanti orchestre del mondo e con artisti
del calibro di Yehudi Menuhin, Mstislav Rostropovich,
Sviatoslav Richter: la registrazione del Concerto Triplo
di Beethoven, del 1970, con Richter, Rostropovich e von
Karajan è forse la perla più luminosa della sua
sconfinata discografia. Ebbe un figlio, Igor, anche lui
rinomato violinista. Nacque il 30 settembre 1908 nella
cosmopolita Odessa sul Mar Nero, a quel tempo parte
della Russia zarista (adesso in Ucraina), da modesta
famiglia di origine ebrea. All’età di cinque anni,
spinto dalla madre, cominciò a studiare il violino e la
viola con l’unico insegnante che Oistrakh abbia mai
avuto, Piotr Stolyarsky, artefice di un metodo di
insegnamento non accademico rivolto a valorizzare il
talento dell’allievo attraverso gli aspetti più ludici
della didattica, che portò il piccolo David ad esibirsi
un solo anno dopo in concerto, in occasione del diploma
di Nathan Milstein, anche lui allievo di Stolyarsky. Nel
1923 entrò nel Conservatorio di Odessa, dove emerse
subito il suo grandissimo talento e un anno dopo il
debutto ufficiale. Da quel momento esplose la carriera
del giovane Oistrakh, chiamato a suonare il concerto di
Glazunov diretto dallo stesso compositore ed invitato a
Leningrado per eseguire il concerto di Tchajkovskij.
Negli stessi anni frequentò Mosca, dove conobbe la donna
che sarebbe diventata sua moglie, la pianista Tamara
Rotareva. Dal 1934 ricoprì l’incarico di insegnante nel
Conservatorio di Mosca, forgiando numerosi talenti come
Gidon Kremer. Vinse importantissimi concorsi nazionali
(Premio Unione Sovietica del 1935) ed internazionali
come il “Regina Elisabetta” (rinominato successivamente
Eugene Ysaye) di Bruxelles, nel 1937. In seguito a
questo successo, Stalin gli regalò una casa in Russia.
Partecipò anche al Concorso Wieniawski a Varsavia, dove
arrivò secondo soltanto alla bambina prodigio Ginette
Neveu: secondo premio che accettò serenamente, mostrando
grande ammirazione per la Neveu, come si legge in una
lettera mandata alla moglie dopo la fine del concorso.
La Seconda Guerra Mondiale giunse mentre l’attività
concertistica di Oistrakh cominciava a essere intensa:
ciò non gli impedì di continuare l’insegnamento al
Conservatorio di Mosca, e di eseguire per la prima volta
i Concerti di Nikolai Miaskovsky, di Adam Khachaturian e
i due concerti per violino di Dimitri Shostakovich a lui
dedicati. Un episodio da ricordare legato a quegli anni
è l’esecuzione a Mosca del concerto di Tchajkovskij:
nonostante il suono delle sirene che segnalavano un
attacco nazista sulla città Oistrakh continuò a suonare
ed il pubblico in sala rimase impassibile ad ascoltare.
Nel dopoguerra ebbe l’opportunità di lasciare la Russia
e la sua fama raggiunse livelli mondiali, acclamato e
ricercato dai più prestigiosi festival musicali in tutto
il mondo. Nel 1959 si avvicinò anche alla direzione
d’orchestra e l’anno dopo ricevette il Premio Lenin. Fra
il 1962 e il 1967 diede vita a un duo leggendario con il
pianista Sviatoslav Richter. Nel 1968, per festeggiare
il suo sessantesimo compleanno, si esibì in una
memorabile performance del Concerto di Tchajkovskij
(forse il più amato) nella Great Hall del Conservatorio
di Mosca. Nella lunga carriera suonò su otto violini
Stradivari ma predilesse il personale “Contessa Fontana”
del 1702. Negli ultimi anni della sua vita, nonostante
soffrisse di problemi cardiaci, non smise mai la sua
frenetica attività concertistica in giro per il mondo:
in un certo senso si può dire che fu vittima dello “star
system” dal quale si lasciò imporre ritmi forsennati di
lavoro (e di studio, nei ritagli di tempo), che lo
portarono il 24 ottobre del 1974 alla morte ad
Amsterdam. È sepolto a Mosca nel cimitero del Convento
di Novodevicij, accanto a personaggi quali Anton Chekhov,
Nikolai Gogol, Nikita Khrushchev, Sergei Prokofiev,
Dmitri Shostakovich e Konstantin Stanislavski.
L’asteroide 42516 Oistrakh prende il nome da lui. |
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