Sabato 12
Gennaio |
Arnoldo Foà voce recitante
Giorgio Costa pianoforte |
Museo
Civico (Palazzo Forte)
ore 21.00 |
Omaggio a Chopin e Leopardi |
Fryderyk Chopin
(1810 - 1849)
Notturno in Do diesis minore op. 21 n. 1
Giacomo Leopardi (1798 - 1837)
La sera al dì di festa
Fryderyk Chopin
(1810 - 1849)
Ballata in Sol minore op. 23
Giacomo Leopardi (1798 - 1837)
A Silvia
Fryderyk Chopin
(1810 - 1849)
Ballata in Lab maggiore op. 47
Giacomo Leopardi (1798 - 1837)
Il sogno
Fryderyk Chopin
(1810 - 1849)
Polacca in Lab maggiore op. 53
Giacomo Leopardi (1798 - 1837)
Canto notturno di un pastore errante dell’Asia |
Arnoldo
Foà
Attore, regista e commediografo, è uno dei più importanti artisti
italiani. Intensa e prestigiosa la sua attività teatrale. Ha portato
sulle scene spettacoli di autori sia classici che contemporanei, con
registi come Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi, e con regie sue.
Oltre a opere di Shakespeare, Pirandello, Aristofane, Checov, Plauto,
Caldwell, O’Neill, ha rappresentato anche commedie e drammi suoi:
“Signori buonasera”, “La corda a tre capi”, “Il testimone”, e
“Anphitryon toujours”. È anche regista di opere liriche (“Otello” di
Verdi, “Il pipistrello” di Strauss, “Histoire du soldat” di I.
Stravinskij). Sono celebri le sue dizioni di poesia, delle quali sono
state anche realizzate registrazioni su vinile e cd. Ha interpretato più
di 100 films, e ha lavorato con famosi registi italiani e
internazionali, Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Giuliano Montaldo,
Orson Welles, Joseph Losey, Edward Dmytryk, Nunnally Johnson, Tony
Richardson, Christian Jacques. Il suo nome è legato ad alcune delle più
famose produzioni della Televisione Italiana: “Capitan Fracassa”, “La
freccia nera”, “Il giornalino di Gianburrasca”, “Nostromo”, e alcune
recenti fiction come e “Fine secolo” e “Il Papa Buono”. È inoltre
pittore, scultore e giornalista, e ha pubblicato due romanzi, La
costituzione di Prinz e Le pompe di Satana, e una raccolta di poesie, La
formica. È da poco uscito per i tipi della Gremese il suo ultimo libro,
dal titolo Recitare. I miei primi 60 ann i di teatro, in cui racconta
ricordi e aneddoti, e dispensa consigli con passione e divertita ironia.
Giorgio
Costa
diplomatosi sotto la guida di E. Occelli con il massimo dei voti al
Conservatorio G. Verdi di Torino nel 1977, segue corsi di
perfezionamento con Alberto Mozzati e con Fausto Zadra all’Ecole
Internationale de Piano di Losanna. Nel 1980 partecipa ai corsi
dell’Accademia Chigiana di Siena, nella classe di Riccardo Brengola.
Quindi il desiderio di attingere ad un magistero musicale fondato su
premesse storico-filosofiche lo indurrà a frequentare, dal 1985, i corsi
di Fenomenologia della musica tenuti da Sergiu Celibidache
all’Università di Magonza. Nel 1988 prende parte alla Master Class
diretta da Murray Perahia a Firenze. La sua attività concertistica
diviene intensa ed estesa, riscuotendo consensi di pubblico e di
critica. Ne danno testimonianza i frequenti inviti che gli giungono da
prestigiosi organismi musicali, sia italiani che stranieri. Ha infatti
preso parte a tournées in tutta Europa: dalla Francia all’Inghilterra,
al Belgio alla Svizzera; dalla Germania all’Ungheria e Romania. Gli si
aprono così le porte di rinomati Festival internazionali, come ad
Alghero e a Remagen-Coblenza, o di sale riservate, come il Gasteig di
Monaco di Baviera o di onorate istituzioni culturali, come a Stoccarda,
Bruxelles, Losanna, Berna. Ne sono conseguenza la dilatazione del nome
di questo pianista italiano e il riconoscimento della peculiarità del
suo stile e del suo gusto interpretativo. Spigoliamo ora tra i giudizi
espressi dalla critica nel tempo. “Giorgio Costa, già conosciuto in
Italia ed in Europa, con le sue interpretazioni di Haydn, Schubert e
Chopin si è confermato artista autentico, capace di entrare in sintonia
con i geni della musica, riproponendone il linguaggio con le più
sensibili vibrazioni dell’animo” (da Il Corriere di San Severo, 15 marzo
1998) “Giorgio Costa è uno dei pochi pianisti importanti del nostro
tempo, capace di entrambe le cose: lo straordinario virtuosismo
esercitato sulla tastiera e la duttilità del sentimento che ridesta il
suono dallo spartito” (da Stadt Remagen, 14 aprile 1997); “Giorgio Costa
ha saputo esprimere nel modo migliore la sua grande capacità di
immedesimarsi con il compositore” (a proposito di Beethoven, Chopin e
Brahms, da Suddeutschte Zeitung, 7 marzo 1995). “Con Beethoven e Chopin
il pianista torinese ha dato prova di signorilità interpretativa
esponendo le proprie ragioni musicali con una verità artistica
calibrata” (La Provincia, 21 maggio 1994). Conforme a questa presenza
così generosa sulla scena è stata la disponibilità a pubbliche
registrazioni per la RAI, ma è soprattutto la funzione di docente al
Conservatorio Ghedini di Cuneo, che continua ad alimentare la reciproca
influenza tra affinamento tecnico e didassi formativa.