"Una
scommessa vinta"
Nel libro
"La musica sveglia il tempo" Daniel Baremboim esordisce
scrivendo che è impossibile parlare di musica e chi
prova a farlo "è attratto dall'impossibile più che dal
difficile".
Il grande
maestro ebreo-argentino cerca di spiegare che solo menti
curiose sono in grado di "scoprire le corrispondenze fra
musica e vita".
Lavorare
con i giovani e usare la musica come strumento educativo
oggi è una scommessa che lotta contro un tempo travolto
da ritmi incessanti e da linguaggi che non ammettono
riflessioni e pause.
Ecco perché
dar vita e coltivare il sogno di un'orchestra giovanile
è quasi un'impresa impossibile e lo è ancor di più se
viene realizzata in una regione che è stata generosa nel
forgiare talenti tanto quanto è costretta a vederli
sempre andare via.
Se poi si
ricorda che questa orchestra giovanile nei suoi cinque
anni di vita è stata espressione di un modello di campus
artistico che si rifà alle esperienze dei college
internazionali, dove i giovani artisti in erba hanno
l'opportunità di condividere i tempi della musica e
della vita, possiamo parlare di una scommessa vinta.
Di un
impossibile sempre più vicino.
Aristotele
ricorda nei suoi scritti sulla politica "la musica può
esercitare un qualche influsso sul carattere dell'anima
e se può far questo è chiaro che bisogna accostare i
giovani ed educarli ad essa".
Se si
avesse l'opportunità di raccontare più storie come
quella dell'orchestra giovanile "Collegium Philarmonicum"
forse gli strumentisti nati in questa terra, che ha
insegnato al mondo la musica, troverebbero il coraggio
di restare, continuando un cammino dal passato glorioso
che ancora oggi può dare i suoi frutti rigogliosi.
Laura Valente, musicologa |