Rassegna Stampa

Dal 24 ottobre nel Castello – riaperto in parte al pubblico dopo un primo restauro - sono custodite le testimonianze e i cimeli che fanno rivivere l’epopea di Ruggero e Federico II e di un popolo fiero e affascinante cui si lega l’identità del Sud.

Ce ne sono sei. Una “densità museale” da primato: archeologia, ceramica, argenti, un istituto di ricerca genetica, il Biogem, dove i visitatori possono ripercorrere la storia della vita e ammirare i resti di un allosauro. ITALIA CULT vi spiega come i semi della cultura stanno dando frutti speciali nel cuore dell’irpinia dei sapori e della civiltà contadina

Ariano Irpino deteneva già un lusinghiero “primato” che l’ha portata ad essere citata nel rapporto “Cidac”, la prestigiosa classifica delle Città d’arte del Mezzogiorno: 5 musei su 23mila abitanti. Una densità museale molto alta che la pone a livello di città più grandi e più importanti. Dal 24 ottobre, con l’inaugurazione del primo nucleo del “Museo della civiltà normanna” all’interno del restaurato Castello che domina la villa e la città dall’alto dei suoi 800 metri, questo patrimonio si è accresciuto ancor di più.

Un mese prima, peraltro, alle storiche strutture museali, alcune comunali, altre della diocesi, quali il museo Civico o della Ceramica che ha ricevuto il riconoscimento dello Status Regionale, il museo Archeologico, il museo “Giuseppina Arcucci”, il museo degli Argenti, il museo Diocesano, si era aggiunto “Biogeo” il museo paleontologico di “Storia della vita sulla terra” che ha aperto i battenti nel corso della seconda giornata del meeting “Le due Culture”, la settimana di confronti tra l’universo umanistico e quello scientifico promossa dal Centro di ricerche Biogem, e che ha richiamato personaggi del calibro di Umberto Veronesi, Stefano Zecchi, Bruno Dallapiccola.

Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti: dall’arte sacra alla maiolica, dalla storia alla scienza. E’ innegabile che Ariano in questo senso ha una grande potenzialità, un circuito museale tutto da sfruttare. “Crediamo molto in questa potenzialità - afferma il Sindaco di Ariano, Antonio Mainiero, da poco insediatosi e che ha voluto per se la delega alla cultura- i tanti musei di Ariano sono l’espressione del patrimonio di beni e memorie culturali del territorio, oltre che il frutto della politica di tutela e valorizzazione delle amministrazioni che si sono succedute, ma anche dell’attenzione della Curia vescovile e dell’impegno di associazioni e singoli cittadini. Ariano è una città particolarmente ricca di intellettuali e storici sempre alla ricerca di nuove fonti e nuovi reperti per ampliare la memoria storica della città”. Ariano possiede anche una importante biblioteca dedicata a Pasquale Stanislao Mancini con oltre 60mila volumi e un ricchissimo patrimonio antico. Ma il turismo culturale non è cosa facile. “Ariano ha un problema comune a molte piccole cittadine- aggiunge Mainiero- ossia trovare la giusta politica di promozione, riuscire ad essere competitiva sul mercato dell’offerta culturale e turistica. Per far questo è necessario l’impegno istituzionale che deve creare le basi infrastrutturali, ma anche l’iniziativa privata deve e può fare la sua parte. L’artigianato: non dimentichiamo che la maiolica arianese è una delle 6 a possedere il marchio Doc in Campania; i prodotti agricoli: siamo in dirittura d’arrivo per ottenere anche la Dop per l’olio extravergine di oliva varietà Ravece e poi Ariano ha un’ottima tradizione culinaria, i nostri ristoranti, i nostri agriturismi ospitano migliaia di persone attratte da una cucina tradizionale dai sapori contadini; si tratta però di un turismo mordi e fuggi, noi dovremo essere bravi a creare una rete tale da “trattenere” il turista e farlo diventare stanziale. Rendere fruibile il castello normanno, crearvi all’interno, con il prezioso aiuto del Cens, un Museo della Civiltà normanna e quindi valorizzarlo nella sua storia e nella sua funziona di testimone di quella civiltà, tanto da costituire per il Museo il principale richiamo, è stata una scelta ponderata. Il nostro impegno sarà nell’ultimare il restauro (che si è avvalso del contributo del Prof. Arch. Giovanni Coppola, uno dei massimi esperti mondiali dell’architettura medievale, che sin dagli anni ’90, ha seguito meticolosamente lo studio e la progettazione delle opere sin qui realizzate) ed aprirlo interamente al pubblico. Nel frattempo – conclude il primo cittadino – il nostro compito è cercare i giusti canali promozionali, per inserire le nostre bellezze e le nostre tipicità in un circuito più ampio”.