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Comunicati Stampa

 

 

14 MAGGIO 2011

Evento per il 150° ad Ariano Irpino. “Unità D'Italia: un percorso da continuare” consolidando i sentimenti di appartenenza nazionale.

“Orgogliosamente irpini, orgogliosamente italiani, orgogliosamente europei” questo il messaggio lanciato ai tanti studenti presenti al convegno: “Unità D'Italia: un percorso da continuare”, tenutosi presso l'Auditorium Comunale di Ariano Irpino, organizzato dall'Ufficio stampa del Comune e fortemente voluto proprio dal Sindaco Antonio Mainiero.

Presenti due classi III del Liceo Classico “P.P.Parzanese”, due IV del Liceo Linguistico “G.Dorso”, due V dell'Istituto Tecnico Commerciale “G. Bruno”, una IV dell'Istituto Alberghiero, numerosi insegnanti e dirigenti anche di altre scuole di Ariano e di altri Comuni, e poi rappresentanti di associazioni, amministratori e forze dell'Ordine a cominciare dal Capitano dei carabinieri Pasquale D'Antonio. Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Giovanni D'Alise, pur non potendo presenziare ha fatto pervenire un messaggio di saluto e di plauso all'evento sottolineandone l'importanza.

Ha aperto il lavori con il saluto iniziale il Sindaco di Ariano Irpino, Antonio Mainiero, il quale nel ringraziare tutti i presenti ha voluto sottolineare l'importanza della presenza degli studenti, l'evento è stato pensato, infatti, proprio per loro. “Analizzare la storia per poter meglio gestire il futuro” ha detto tra le altre cose il primo cittadino.

Ha appassionato la platea il racconto da parte del dott. Antonio Alterio dei fatti storici che hanno visto Ariano protagonista nel 1860. Un viaggio a ritroso di 150 anni con riferimenti a luoghi conosciuti e a personaggi locali, utile anche a chiarire e a rettificare certi giudizi. “Gli eccidi avvenuti ad Ariano non sono certamente una bella pagina ma va chiarito il ruolo che ebbe il popolo, un popolo praticamente analfabeta, che agì, probabilmente, senza una reale consapevolezza ma plagiato dai maggiorenti che non intendevano perdere i privilegi conquistati con i Borboni- ha sostenuto Alterio”.

Dai fatti storici locali a quelli nazionali, fino ad arrivare alla sfida rappresentata dall'Europa, il prof. Nicola Prebenna ha spiegato l'evoluzione dell'idea di nazione, anche attraverso diversi riferimenti letterari, dimostrando come l'idea di nazione e di appartenenza fino ad allora non era mai stata messa in discussione se non quando si trasforma in un progetto politico. Venendo all'oggi “non bisogna trascurare di rivendicare più specificatamente ciò che ci connota- ha affermato Prebenna- ma allo stesso tempo bisogna aspirare ad una appartenenza ancor più ampia quale è l'Europa” e quindi consolidare l'identità nazionale per trasferirla ad una identità europea.

Le conclusioni del convegno sono state affidate al prof. Ortensio Zecchino, il quale, nella sua lezione “Nord e Sud nell'Italia unita”, ha prima di tutto analizzato quali siano le ragioni che, aldilà della retorica, ci spingono a celebrare il 150° dell'Unità d'Italia, a cominciare dal fatto che l'Italia è uno stato relativamente giovane, che rispetto ad altre nazioni ha bruciato molte tappe, anche linguisticamente. Zecchino ha anche ricordato la figura di Pasquale Stanislao Mancini che nel risorgimento ha rappresentato il “teorico- giuridico- costituzionale” più osannato poiché sul concetto di Nazione ha costruito una teoria giuridica valida per l'Italia ma anche per l'Europa.
Riguardo all'attualità l'ex ministro Zecchino non ha mancato di fare riferimento a quelle che ha definito “truculente espressioni leghiste”, ammettendo che il meridione ha anche le sue responsabilità in questa contesa “questa esplosione che ogni tanto si manifesta di nostalgici borbonici che vogliono farci credere che nel tempo dei Borboni l'Italia meridionale stava benissimo e che se avessimo continuato a restare isolati saremmo stati una grande realtà”.
I leghisti secondo Zecchino “dovrebbero capire che se il nord fosse solo, sullo scenario internazionale sarebbe poco più del Belgio, invece con il sud rappresenta la settima potenza mondiale. Dunque l'Unità fa bene a tutti”.
A conclusione del suo intenso intervento Zecchino ha spiegato il concetto “di orgoglio a cerchi concentrici” ossia amare la propria piccola comunità, essere orgogliosi della propria appartenenza ma estenderla all'intera nazione e all'Europa.

L'evento per il 150 dell'Unità d'Italia ha visto un suo primo sviluppo la sera precedente, sempre all'Auditorium, con lo Spettacolo Teatrale: “Lavi(s)tacieca” a cura del Centro di Solidarietà la “Casa sulla Roccia”. Lo spettacolo è stato un momento di grande riflessione sul senso di unità su quanto gli italiani siano, spesso e volentieri ciechi e sordi, incapaci di vedere l'altro, di vedersi insieme all'altro, e sulla necessità di ritrovare quei sentimenti di appartenenza nazionale.

 
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